Il filoscopio o
album animato
rappresenta un primo approccio al film di animazione,
ma qualora ci siano i mezzi per poterla
mettere in pratica,
anche questa è un'esperienza interessante da poter
effettuare per comprendere appieno l'illusione del
movimento, magari con ragazzini un po' più grandi.
.La cosa è meno
complicata di quanto si possa pensare, basta avere le stesse
attrezzature indicate per la riproduzione fotografica di
stampe e disegni (lampade, treppiede o stativo) e,
naturalmente, una cinepresa per film Super 8 dotata di
scatto singolo.
Un film si compone
di una lunghissima serie di fotografie in sequenza
che, al momento della ripresa, hanno frazionato il movimento
del soggetto in modo da suddividerlo in tanti segmenti.
La velocità
di ripresa normale è di
24 fotogrammi al
secondo, ognuno dei quali è,
naturalmente,
fisso.Nel proiettore i
fotogrammi si presentano davanti alla lampada che li
proietta con la stessa scansione: sullo schermo quindi, per
il fenomeno della persistenza dell'Immagine sulla retina,
noi abbiamo l’illusione del movimento. In realtà noi
vediamo, in un secondo, soltanto 24 fotografie "fisse”.
Immaginiamo di
scompaginare l’album animato e di riprendere ogni singolo
disegno su pellicola cinematografica alla scansione di un
fotogramma ogni disegno. In proiezione, poi, l’effetto sarà
lo stesso che avremmo avuto squinternando l'album con le
dita. Se i disegni dell’album saranno stati 24, la
proiezione sarà di un secondo, se 48, due secondi, e così
via. Si immagini quanti disegni sono necessari per
realizzare un film intero!
In realtà le cose
possono essere semplificate.
Innanzi tutto, se,
anziché della velocità di 24 fotogrammi al secondo si
considera quella a 18, presente in tutti i proiettori, il
numero dei disegni per secondo scenderebbe, appunto, a 18.
Ma anche mantenendo la stessa velocità di 24 fotogrammi al
secondo, che è la velocità che dà poi una resa migliore in
proiezione, i disegni possono essere diminuiti.
La scansione di un
fotogramma per ogni disegno è quella dei film di animazione
alla Walt Disney, che dà un movimento fluido, quasi
naturale, ma anche a due fotogrammi per disegno si ha una
sufficiente fluidità dei movimenti. In questo caso, il
numero di disegni necessari scenderebbe a 12. A noi, però,
più che la perfezione del prodotto finale, interessa che i
bambini afferrino l’idea che sta alla base dell’animazione
cinematografica, possiamo perciò portare il rapporto a
quattro fotogrammi per ogni disegno, riducendo i disegni a 6
per secondo. Il movimento sarà un po’ a scatti ma non
peggiore di quello che si vede in certi prodotti giapponesi
in cui si arriva fino a 6 fotogrammi per disegno.
Se abbiamo capito il
rapporto tra numero dei fotogrammi e velocità del movimento,
potremo avventurarci nel magico mondo del cinema di
animazione.
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