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RIPRODURRE LA REALTÀ

La "Camera obscura" e la riproduzione della realtà

Fin dal 1600 la "camera obscura"  divenne uno strumento utile a disegnatori e pittori. Molte camere obscure, infatti, divennero  trasportabili e furono dotate al loro interno di uno specchio a 45° che rinviava l'immagine ripresa attraverso il foro stenopeico contro la parete superiore o sopra un piano in modo da essere ricalcata e riprodotta. Pare che anche il Canaletto usasse chiudersi dentro a vere e proprie baracche completamente oscurate e ricalcasse pazientemente i contorni degli oggetti che apparivano riflessi sulla parete o sul piano.

La vera invenzione, quindi, non fu tanto quella che noi chiamiamo ''macchina fotografica" e che, in altre lingue come in francese e in inglese, viene chiamata più semplicemente "camera" (abbreviazione dell'espressione ''camera obscura") quanto l'idea di usare sostanze sensibili alla luce per fissare le immagini riflesse grazie al principio già noto agli arabi dell'XI secolo.
Il processo ottico-chimico che sta alla base della fotografia non è complicato e nelle pagine che seguono vedremo come sia possibile riprodurre la realtà servendoci di una semplicissima... scatola da scarpe!

 

Copertina

Due parole

Disegnare
 con la luce

Riprodurre
la realtà

Proiezioni
dirette

 

Approccio
alla copy-art

Fumetto
e sequenze

Immagine
in movimento