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"Il tesoro di carta" di Beppe Forti,  Edizioni "Il capitello - Piccoli" - Torino, 2011

Recensione di Maria Paola Maietta

"Il tesoro di carta" è un romanzo di formazione che racconta le avventure di un gruppo di ragazzi alla ricerca di un insolito e raro bottino costituito da libri. I giovani protagonisti avranno il compito di restituire alla civiltà tutto il sapere smarrito nel tempo, riportando alla luce ciò che è più prezioso per la vita dell'uomo: la cultura.
Il Secondo Diluvio, infatti, si è abbattuto sulla Terra, sommergendo intere città e popolazioni. Ciò che è emerso dalle impietose acque è solo una landa desolata, abitata da uomini paurosi e insensibili, e da individui crudeli e famelici. La catastrofe ha gettato l'umanità moderna e progredita in uno stato di barbarie, cancellando tutto il progresso e lo sviluppo che l'aveva condotta alla civiltà. Privandola dell'energia elettrica, l'ha resa incapace di leggere, poiché ormai da lunghissimo tempo i libri di carta sono stati sostituiti da quelli digitali. Solo una città, Tricona, ha conservato un barlume di civiltà, dandosi regole e custodendo il brandello di sapere scampato alla catastrofe, costituito da pochi, insoddisfacenti volumi, rispetto a tutto il tesoro di carta conservato nelle biblioteche di alcune località non molto lontane. Da qui parte il viaggio di Claudia e dei suoi giovani amici che con coraggio e audacia affronteranno le innumerevoli prove e le molteplici insidie che si presenteranno sul loro cammino. I ragazzi riusciranno a condurre a Tricona l'amato bottino e ad assicurare la ripresa culturale e civile della loro piccola comunità. 
Solo alla fine essi avranno compreso l'importanza di questo viaggio che è la metafora della memoria dell'uomo. Anche se tutto il sapere sembra andato perduto, la ragione risveglia nell'uomo l'istinto alla sopravvivenza che lo induce a cercare nel proprio passato la salvezza del presente. 

Volendo accostare quest'opera ad altre produzioni simili, viene subito in mente “L'isola del tesoro” di R. L. Stevenson e “Il signore delle mosche” di W. Golding. In quest'opera, come nei libri citati ad esempio, ricorre il tema dell'avventura in terre sconosciute ed esotiche. Si affianca a questo argomento il carattere formativo, costituito dal messaggio che la storia trasmette. Quest'opera, tuttavia, si caratterizza da un lato per la peculiarità dell'oggetto della ricerca, i libri, e dall'altro per il messaggio insito nella ricerca stessa. Mentre ne "Il signore delle mosche" i giovani, naufraghi su un'isola del Pacifico, falliscono nel tentativo di darsi delle regole, lasciandosi andare a comportamenti selvaggi fino a quando verranno riportati alla civiltà da un altro equipaggio, ne "Il commando dei bibliofili" gli adolescenti iniziano il viaggio, seppure non tutti consapevoli della sua importanza, forti della certezza che questo servirà a recuperare il sapere che l'umanità sembra aver dimenticato. 
Per la sua forma chiara, semplice e intensa, "Il commando dei bibliofili" è in grado di proporre una serie di temi oggi attuali: la sostenibilità del progresso, l'importanza della cultura, il rispetto della legalità, il valore della solidarietà. Ciò che colpisce maggiormente di quest'opera, oltre l'attualità delle problematiche che affronta, è la leggerezza e la spontaneità del linguaggio narrativo, privo di retorica e ipocrisia. Le scene che fanno da sfondo alle varie situazioni, frutto di una fantasia fervida e immaginifica, sono descritte in modo così approfondito da avere una connotazione sorprendentemente realistica. 
Anche il tempo in cui si svolge la vicenda, il futuro, rievoca un luogo fantastico, non molto dissimile, però, dai peggiori incubi dell'uomo. In un mondo degradato e sconvolto, saranno proprio i giovani, destinatari e portatori di giusti valori, a liberare l'umanità da un eterno presente di ignoranza e violenza.
La struttura della narrazione si presenta coesa e organica, pur snodandosi in quattro nuclei fondamentali: la descrizione dello stato barbarico in cui versano i protagonisti; la nascita e la maturazione della consapevolezza di questa condizione e il bisogno di liberarsene; la partenza e la ricerca verso ciò che determinerà la loro emancipazione; la scoperta del tesoro, quindi dei libri e del significato della dignità umana. La struttura narrativa risponde, dunque, a un preciso percorso e, pur procedendo in modo univoco, preciso e puntuale, non lesina i colpi di scena che mettono in suspense il lettore. Infidi tranelli, fughe rocambolesche e scontri spericolati rendono a dir poco entusiasmante la storia, che si delinea attraverso una narrazione semplice e chiara.

Il contenuto dell'opera è riconducibile al romanzo d'avventura e la trama si svolge in conformità alle caratteristiche di questo genere, pur conservando la sua originalità nello scopo formativo della narrazione. I personaggi sono ben delineati e il ruolo di ciascuno è reso in modo efficace e funzionale rispetto allo svolgimento della storia.
Le città, sommerse dalle acque, giacciono silenti sui fondali marini; le popolazioni, afflitte dalla fame, si sono disgregate in piccoli centri abitati. L'assenza di leggi ha favorito il caos e biechi personaggi ne hanno approfittato imponendo ordine e leggi non scritte fondate sulla prevaricazione, sulla violenza e sul terrore. Uno di questi è il Vecchio, un cinico despota che dal Castello di Zandar domina  l'intero sventurato territorio ai confini di Tricona, unica cittadina immune da saccheggi, omicidi e sopraffazioni, che la sua banda di giovanissimi, tenuti in giogo con un subdolo inganno, perpetuano senza pietà.

Su questo scenario desolante ha inizio la storia narrata dall'Autore attraverso la voce di uno dei protagonisti, il piccolo Valerius, che rappresenta insieme all'amico ventenne, Marcus, il risveglio della coscienza morale e il bisogno di riscatto da parte di chi vive ai margini della società e sente dentro di sé l'esigenza di riaffermare la condizione della propria umanità.
Claudia, figlia del borgomastro di Tricona, ha capito l'importanza della cultura e, spinta dall'ostinato desiderio di recuperare il sapere per donarlo ai suoi concittadini, convince il Consiglio delle Regole a finanziare una spedizione, composta da dieci giovani, che ha come destinazione le cittadine di Godora ed Escaleva, dove si trovano due antiche e fornitissime biblioteche. Si aggiungono furtivamente alla missione la piccola Fabiola, orfana di genitori e di nonno Horatius, ennesima vittima della crudeltà dei Ragazzi di Zandar, e Valerius stesso, reduce ravveduto, assieme a Marcus, dalle scorribande della banda del Vecchio.
Marcus, ex capo dei Ragazzi di Zandar è pronto a riscattare la sua passata esistenza e viene messo a guida del gruppo.

Durante il viaggio in territori impervi i nostri s'imbatteranno nelle imboscate degli ex compagni, spediti sulle loro tracce dal Vecchio di Zandar, timoroso che l'avvento della cultura possa determinare il risveglio morale e illuminare le menti dei suoi giovani schiavi. Più volte Marcus si scontrerà con Brutus, suo antagonista e rivale, spietato, cinico quasi quanto il padrone, ma privo della lungimiranza che porterà i suoi compagni alla liberazione. Dopo mille difficoltà e senza aver raggiunto l'esito agognato, si prospetta una possibilità di riuscita: l'ultima biblioteca scampata alle avversità del tempo e degli uomini, che si trova in mezzo al mare sull'isola di Caesar. Una raffica di emozioni sconvolgerà il cuore degli impavidi cercatori: la prima vista del mare, l'incontro con i pirati e la straordinaria fuga. Raggiunto il bottino, non resta che portare a casa l'insperata conquista. Non senza però fare i conti, per un'ultima volta, con il nemico di sempre. Ma il Vecchio di Zandar è solo un ricordo da cancellare. Messo alle strette, esce di scena, portandosi dietro il suo oscuro passato. La missione è compiuta e nuove strade si delineano all'orizzonte. L'attesa normalità giunge, determinando la scoperta che il superfluo è indispensabile alla sopravvivenza umana, allo stesso modo di ciò che viene reputato necessario.

L'Autore racconta una storia di avventura e utilizza uno stile adatto, piano, per nulla artificioso. La vicenda è narrata in prima persona per dare maggiore concretezza alla trama. L'impostazione formativa del romanzo alterna la dimensione fantastica a visioni realistiche, descritte con un linguaggio leggero e ironico. Le fasi del viaggio, gli agguati e gli scontri sono raccontati in modo nitido e preciso. Le emozioni e gli stati d'animo vengono descritti con uguale lucidità. Il ritmo narrativo è incalzante e l'intreccio si presenta particolarmente articolato, seguendo un andamento imprevedibile e avvincente, come in ogni romanzo di avventura che si rispetti.
Il commando dei bibliofili è un testo significativo ed efficace. Sin dalle prime pagine è in grado di offrire una lettura piacevole e godibile, oltre a permettere di approfondire questioni sociali sotto un punto di vista inconsueto, ma sicuramente sincero. 
Per i messaggi educativi che la storia racchiude e per il diffuso interesse che la tematica ricopre, il testo può contare sia su un pubblico giovane quanto più maturo, che può penetrare più a fondo le problematiche sociali che l'opera sottende, così come godersi un'ottima lettura appassionata ed emozionante.

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