Recensione
di Maria Paola Maietta
"Il
tesoro di carta" è un romanzo di formazione che racconta le
avventure di un gruppo di ragazzi alla ricerca di un insolito e raro bottino
costituito da libri. I giovani protagonisti avranno il compito di restituire
alla civiltà tutto il sapere smarrito nel tempo, riportando alla luce ciò che
è più prezioso per la vita dell'uomo: la cultura.
Il Secondo Diluvio, infatti, si è abbattuto sulla Terra, sommergendo intere
città e popolazioni. Ciò che è emerso dalle impietose acque è solo una landa
desolata, abitata da uomini paurosi e insensibili, e da individui crudeli e
famelici. La catastrofe ha gettato l'umanità moderna e progredita in uno stato
di barbarie, cancellando tutto il progresso e lo sviluppo che l'aveva condotta
alla civiltà. Privandola dell'energia elettrica, l'ha resa incapace di leggere,
poiché ormai da lunghissimo tempo i libri di carta sono stati sostituiti da
quelli digitali. Solo una città, Tricona, ha conservato un barlume di civiltà,
dandosi regole e custodendo il brandello di sapere scampato alla catastrofe,
costituito da pochi, insoddisfacenti volumi, rispetto a tutto il tesoro di carta
conservato nelle biblioteche di alcune località non molto lontane. Da qui parte
il viaggio di Claudia e dei suoi giovani amici che con coraggio e audacia
affronteranno le innumerevoli prove e le molteplici insidie che si presenteranno
sul loro cammino. I ragazzi riusciranno a condurre a Tricona l'amato bottino e
ad assicurare la ripresa culturale e civile della loro piccola comunità.
Solo alla fine essi avranno compreso l'importanza di questo viaggio che è la
metafora della memoria dell'uomo. Anche se tutto il sapere sembra andato
perduto, la ragione risveglia nell'uomo l'istinto alla sopravvivenza che lo
induce a cercare nel proprio passato la salvezza del presente.
Volendo
accostare quest'opera ad altre produzioni simili, viene subito in mente “L'isola
del tesoro” di R. L. Stevenson e “Il
signore delle mosche” di W. Golding. In quest'opera, come nei libri
citati ad esempio, ricorre il tema dell'avventura in terre sconosciute ed
esotiche. Si affianca a questo argomento il carattere formativo, costituito dal
messaggio che la storia trasmette. Quest'opera, tuttavia, si caratterizza da un
lato per la peculiarità dell'oggetto della ricerca, i libri, e dall'altro per
il messaggio insito nella ricerca stessa. Mentre ne "Il
signore delle mosche" i giovani, naufraghi su un'isola del Pacifico,
falliscono nel tentativo di darsi delle regole, lasciandosi andare a
comportamenti selvaggi fino a quando verranno riportati alla civiltà da un
altro equipaggio, ne "Il commando dei
bibliofili" gli adolescenti
iniziano il viaggio, seppure non tutti consapevoli della sua importanza, forti
della certezza che questo servirà a recuperare il sapere che l'umanità sembra
aver dimenticato.
Per la sua forma chiara, semplice e intensa, "Il commando dei
bibliofili" è in grado di proporre una serie di temi oggi attuali: la
sostenibilità del progresso, l'importanza della cultura, il rispetto della
legalità, il valore della solidarietà. Ciò che colpisce maggiormente di
quest'opera, oltre l'attualità delle problematiche che affronta, è la
leggerezza e la spontaneità del linguaggio narrativo, privo di retorica e
ipocrisia. Le scene che fanno da sfondo alle varie situazioni, frutto di una
fantasia fervida e immaginifica, sono descritte in modo così approfondito da
avere una connotazione sorprendentemente realistica.
Anche il tempo in cui si svolge la vicenda, il futuro, rievoca un luogo
fantastico, non molto dissimile, però, dai peggiori incubi dell'uomo. In un
mondo degradato e sconvolto, saranno proprio i giovani, destinatari e portatori
di giusti valori, a liberare l'umanità da un eterno presente di ignoranza e
violenza.
La struttura della narrazione si presenta coesa e organica, pur snodandosi in
quattro nuclei fondamentali: la descrizione dello stato barbarico in cui versano
i protagonisti; la nascita e la maturazione della consapevolezza di questa
condizione e il bisogno di liberarsene; la partenza e la ricerca verso ciò che
determinerà la loro emancipazione; la scoperta del tesoro, quindi dei libri e
del significato della dignità umana. La struttura narrativa risponde, dunque, a
un preciso percorso e, pur procedendo in modo univoco, preciso e puntuale, non
lesina i colpi di scena che mettono in suspense il lettore. Infidi
tranelli, fughe rocambolesche e scontri spericolati rendono a dir poco
entusiasmante la storia, che si delinea attraverso una narrazione semplice e
chiara.
Il
contenuto dell'opera è riconducibile al romanzo d'avventura e la trama si
svolge in conformità alle caratteristiche di questo genere, pur conservando la
sua originalità nello scopo formativo della narrazione. I personaggi sono ben
delineati e il ruolo di ciascuno è reso in modo efficace e funzionale rispetto
allo svolgimento della storia.
Le città, sommerse dalle acque, giacciono silenti sui fondali marini; le
popolazioni, afflitte dalla fame, si sono disgregate in piccoli centri abitati.
L'assenza di leggi ha favorito il caos e biechi personaggi ne hanno approfittato
imponendo ordine e leggi non scritte fondate sulla prevaricazione, sulla
violenza e sul terrore. Uno di questi è il Vecchio, un cinico despota che dal
Castello di Zandar domina l'intero sventurato territorio ai confini di
Tricona, unica cittadina immune da saccheggi, omicidi e sopraffazioni, che la
sua banda di giovanissimi, tenuti in giogo con un subdolo inganno, perpetuano
senza pietà.
Su questo scenario desolante ha inizio la storia narrata
dall'Autore attraverso la voce di uno dei protagonisti, il piccolo Valerius, che
rappresenta insieme all'amico ventenne, Marcus, il risveglio della coscienza
morale e il bisogno di riscatto da parte di chi vive ai margini della società e
sente dentro di sé l'esigenza di riaffermare la condizione della propria umanità.
Claudia, figlia del borgomastro di Tricona, ha capito l'importanza della cultura
e, spinta dall'ostinato desiderio di recuperare il sapere per donarlo ai suoi
concittadini, convince il Consiglio delle Regole a finanziare una spedizione,
composta da dieci giovani, che ha come destinazione le cittadine di Godora ed
Escaleva, dove si trovano due antiche e fornitissime biblioteche. Si aggiungono
furtivamente alla missione la piccola Fabiola, orfana di genitori e di nonno
Horatius, ennesima vittima della crudeltà dei Ragazzi di Zandar, e Valerius
stesso, reduce ravveduto, assieme a Marcus, dalle scorribande della banda del
Vecchio.
Marcus, ex capo dei Ragazzi di Zandar è pronto a riscattare la sua passata
esistenza e viene messo a guida del gruppo.
Durante il viaggio in
territori impervi i nostri s'imbatteranno nelle imboscate degli ex compagni,
spediti sulle loro tracce dal Vecchio di Zandar, timoroso che l'avvento della
cultura possa determinare il risveglio morale e illuminare le menti dei suoi
giovani schiavi. Più volte Marcus si scontrerà con Brutus, suo antagonista e
rivale, spietato, cinico quasi quanto il padrone, ma privo della lungimiranza
che porterà i suoi compagni alla liberazione. Dopo mille difficoltà e senza
aver raggiunto l'esito agognato, si prospetta una possibilità di riuscita:
l'ultima biblioteca scampata alle avversità del tempo e degli uomini, che si
trova in mezzo al mare sull'isola di Caesar. Una raffica di emozioni sconvolgerà
il cuore degli impavidi cercatori: la prima vista del mare, l'incontro con i
pirati e la straordinaria fuga. Raggiunto il bottino, non resta che portare a
casa l'insperata conquista. Non senza però fare i conti, per un'ultima volta,
con il nemico di sempre. Ma il Vecchio di Zandar è solo un ricordo da
cancellare. Messo alle strette, esce di scena, portandosi dietro il suo oscuro
passato. La missione è compiuta e nuove strade si delineano all'orizzonte.
L'attesa normalità giunge, determinando la scoperta che il superfluo è
indispensabile alla sopravvivenza umana, allo stesso modo di ciò che viene
reputato necessario.
L'Autore
racconta una storia di avventura e utilizza uno stile adatto, piano, per nulla
artificioso. La vicenda è narrata in prima persona per dare maggiore
concretezza alla trama. L'impostazione formativa del romanzo alterna la
dimensione fantastica a visioni realistiche, descritte con un linguaggio leggero
e ironico. Le fasi del viaggio, gli agguati e gli scontri sono raccontati in
modo nitido e preciso. Le emozioni e gli stati d'animo vengono descritti con
uguale lucidità. Il ritmo narrativo è incalzante e l'intreccio si presenta
particolarmente articolato, seguendo un andamento imprevedibile e avvincente,
come in ogni romanzo di avventura che si rispetti.
Il commando dei bibliofili è un testo
significativo ed efficace. Sin dalle prime pagine è in grado di offrire una
lettura piacevole e godibile, oltre a permettere di approfondire questioni
sociali sotto un punto di vista inconsueto, ma sicuramente sincero.
Per i messaggi educativi che la storia racchiude e per il diffuso interesse che
la tematica ricopre, il testo può contare sia su un pubblico giovane quanto più
maturo, che può penetrare più a fondo le problematiche sociali che l'opera
sottende, così come godersi un'ottima lettura appassionata ed emozionante.